18 novembre 2010

Alluvione in Veneto, l’esperto: “frutto di politiche sbagliate”

L’alluvione in Veneto non è stata una catastrofe naturale ma frutto degli errori umani. “È solo il frutto inevitabile di quarant’anni di politiche sbagliate e di una sistematica incomunicabilità tra università e istituzioni territoriali, tra Dipartimento di ingegneria idraulica da un lato e Regione ed enti locali dall’altro”, ha spiegato l’ingegner Luigi D’Alpaos, docente di idrodinamica all’Università di Padova, ai consiglieri regionali della commissione Ambiente di palazzo Ferro-Fini.
La commissione ha voluto incontrare un esperto di idraulica e conoscitore dei fiumi veneti e della laguna, per meglio comprendere la portata dell’alluvione che ha sconvolto il Veneto l’1 e 2 novembre scorso, le sue cause e i possibili rimedi. D'Alpaos, che ha partecipato ai lavori della commissione De Marchi costituita dopo l’alluvione del 1966 per prevenire simili calamità, ha fatto sintesi dei tanti e ripetuti allarmi lanciati dal suo istituto sulla sicurezza idraulica del territorio veneto. “I problemi sono noti – ha spiegato il docente – a partire dall’insufficiente portata idraulica di tutti i grandi fiumi veneti, dalla precarietà della rete idrica minore dei canali e degli scoli e dall'urbanizzazione massiccia e incontrollata del territorio”.


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