8 febbraio 2011

Morire di carcere


Sono già tredici i morti in carcere in questi primi 39 giorni del 2011, cinque per suicidio.
Dal 2000, 1749 detenuti hanno perso la vita dietro le sbarre, fra questi 631 la vita se la son tolta.
Sono i numeri impietosi raccolti da Ristretti, sito di cultura e informazione dal cacere, nel rapporto Morire di carcere.

4 febbraio 2011

29 ciclisti uccisi dall'inizio dell'anno

Counter aggiornato da A chi tocca
Ieri una signora di 70 anni è morta a Roma mentre circolava per la città in sella alla sua bicicletta.
Un episodio grave che ricorda, ancora una volta, come la vita di pedoni e ciclisti sia sempre in pericolo sulle strade italiane. Anche quelle di città. Sul sito “A chi tocca” l’elenco dei morti dall’inizio dell’anno. Nel 2011, in soli 35 giorni, sono morti 67 pedoni e 29 ciclisti. Troppi, un’enormità.


Le immagini dell'incidente di ieri (da Repubblica Roma)

2 febbraio 2011

2011 ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORESTE. Intervista a Cesare Patrone, capo della Forestale: «Portiamo i boschi in città»

‘È la città il punto debole del nostro territorio. Bisogna far crescere i polmoni verdi nelle aree urbane: è dove la gente vive che dobbiamo migliorare la qualità della vita’ / di FRANCESCO LOIACONO
LINK: il sito dell'Onu dedicato all'anno delle foreste


Per Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato, l’Italia deve puntare a un sistema di protezione diffuso, che vada oltre le aree protette, per riscoprire e rivalutare zone del paese dismesse. E portare i boschi in città.

Come stanno i boschi italiani nell’Anno internazionale delle foreste?
Rispetto a trent’anni fa siamo più ricchi di boschi. Ma non illudiamoci, non siamo un popolo che pianta più alberi. È la natura che si riprende lo spazio, e la Forestale accelera questo processo aumentando con la cura l’efficienza ecologica delle foreste.

È la Forestale che accerta oltre il 50% degli ecoreati commessi nel Belpaese. Quali sono le minacce più pericolose per i boschi?
Al primo posto ci sono gli incendi. Quelli dolosi che cancellano superfici boschive molto estese ovviamente, anche se in certi casi sono peggiori i danni provocati da chi appicca un incendio non volendo. Questo è figlio della negligenza, quando invece abbiamo bisogno di atteggiamenti virtuosi dei cittadini. Dopo gli incendi, fra i reati a danno dei boschi ci sono le discariche abusive. Vedere un bosco ridotto a discarica è inaccettabile.

La Forestale svolge anche studi e ricerche nelle foreste.
Sono attività legate ai progetti Life, interessantissimi perché la foresta è qualcosa di molto vivo. Facciamo per esempio studi sull’agricoltura di collina e di montagna perché questo permette all’orso di non scendere a valle. A livello europeo partecipiamo, fra gli altri, a un importante progetto Life+ per costruire un sistema di monitoraggio forestale attraverso l’integrazione degli inventari nazionali. Sarà uno strumento importante per il futuro delle foreste europee.

Quali sono i modelli di gestione che funzionano meglio in Italia?
Si pensa spesso che il Parco sia il miglior modello di gestione, in realtà è un modello ottimo ma se esclude alcune attività diventa un prototipo che non potrà mai essere esportato. Invece noi dobbiamo impostare un sistema di protezione diffuso.

Si spieghi meglio.
Dobbiamo uscire dall’ottica che la protezione si fa solo nei Parchi. Il sistema di protezione deve essere diffuso su tutto il territorio: le zone extra urbane devono essere valorizzate con modelli di tipo culturale, dov’è stato fatto, come in Toscana o in alcune aree della Puglia, sono tornate a vivere.

L’Italia dimentica se stessa?
La strada della riscoperta è intrapresa, però dobbiamo andare avanti e conquistare la città, perché quello è il punto debole del nostro territorio. Bisogna curare e far crescere i polmoni verdi nelle aree urbane, pensare alle periferie con le zone industriali: è lì, dove la gente vive, che dobbiamo migliorare la qualità della vita.

A chi rivolge questo invito?
A tutti agli organi dello Stato preposti alla tutela del territorio. La prevenzione è fondamentale, dalle sistemazioni idrauliche alla cura degli alberi. Gli enti locali, per dirne una, dovrebbero fare piani antincendio e strutture di ricovero per gli animali. Direi che possiamo rinunciare a qualche sagra estiva pur di avere i piani antincendio. No?

Pubblicato su Nuova Ecologia - febbraio 2011