27 novembre 2010

Un circo per la pace, agosto 2003

di Francesco Loiacono

A Mitrovica (Kossovo) un gruppo di volontari italiani mette in sciena uno spettacolo che sconfigge le paure della diversità


I bambini del circo sul ponte di Mitrovica
Trasporto eccezionale per le camionette della KFOR che il primo agosto hanno superato il chek point sul ponte di Mitrovica: una bandiera della pace, bambini serbi, albanesi, rom e bosniaci e tredici volontari italiani. Tutti insieme diretti al centro culturale della città per mettere in scena il “circo della pace”: l’obiettivo della prima missione della Campagna Volontari di Pace in Kossovo organizzata dall’Associazione per la Pace. Per la prima volta dopo la guerra del 1999, i bambini del quartiere di Kodra Minatore, zona a presenza mista nella parte serba della città, hanno attraversato il ponte e raggiunto la zona albanese a sud di Mitrovica.

Il circo della pace
I volontari italiani hanno insegnato ai bambini delle diverse etnie i numeri e i personaggi dello spettacolo, la cui storia esortava all’unione che sconfigge le paure della diversità. Le prove delle esibizioni sono state in realtà strumenti di teatroterapia che Luigi, volontario assopace, utilizza tutti i giorni all’Asl di Ascoli nelle sue attività con i bambini psicotici. E la scommessa della missione dei volontari era proprio coinvolgere bambini diversi su un impegno comune. «Strana arte è il teatro – dice Elisabetta, volontaria entusiasta dell’esperienza – quando sono arrivati, i bambini rom non sono stati subito accettati dagli altri ma poi l’allegria dei giochi ha vinto tutte le diffidenze. E’ successo nella realtà quello che racconta la storia del nostro circo». Infatti, nella finzione gli artisti litigano, si dividono in due gruppi e lasciano solo il direttore del circo. Alla fine, però, si riuniscono e riparte lo spettacolo.

Dopo la rappresentazione, Zeqit Rushiti, rappresentante della comunità albanese di Kodra Minatore, ringrazia i volontari e afferma: «E’ stato come ricevere dell’acqua per chi aveva tanta sete. Perché c’era tanto bisogno di allegria e unione per questi bambini che hanno sempre sentito parlare di guerra e vivono in famiglie con storie brutte alle spalle».  Concorda con Rushiti anche Feta Bakija, responsabile del Ministero Unmik della Cultura, giovani e sport che ha supportato le attività, ed esprime le sue congratulazioni ai responsabili dell’assopace per l’idea del circo: «un passo piccolo per le comunità di Mitrovica, ma molto importante per il loro futuro». Lo spettacolo è finito, il sipario è calato, ma a Mitrovica alcuni militari intonano ancora i canti dei bambini sulle camionette.
(Agosto 2003)

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