6 dicembre 2011

Tanti auguri aree protette

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PARCHI SUL FILO

La Legge quadro sulle aree protette compie vent’anni. Fra specie salvate e territori valorizzati. La scommessa di una nuova governance e le incertezze per il futuro
di Francesco Loiacono

Il 6 dicembre la Legge quadro sulle aree protette, la numero 394 del ’91, compie vent’anni. Un compleanno che giunge in una fase delicata come non mai, con il cambio di governo e la stagione di ristrettezze imposte dalla manovra economica.
I numeri di questi primi venti anni, comunque, sono certamente dalla parte della normativa andata in porto, al termine di un iter parlamentare iniziato nell’87, mentre era ministro Giorgio Ruffolo: ha fatto alzare la superficie di territorio protetto in Italia dal 3 all’11%, sono nati 18 nuovi parchi nazionali, per non parlare delle decine di parchi regionali e delle aree appartenenti alla rete Natura 2000 grazie ai quali la percentuale sale al 20. 
I risultati nella tutela della biodiversità non mancano: sulle nostre montagne si è rafforzata la presenza di specie in pericolo come il lupo, giunto fino ai Pirenei, lo stambecco e la lince. Sull’Appennino si sono salvati dall’estinzione il camoscio, l’orso bruno e, sul fronte della flora, il pino loricato. Un successo che ha visto protagonisti i buoni amministratori e anche i cittadini visto che la legge attribuisce un ruolo ai comuni nella gestione e favorisce la condivisione delle responsabilità con le comunità locali. 
In questo “ventennio verde” però non mancano le ombre. «Sebbene fossero previsti dalla legge, mancano ancora la Carta della natura e le Linee fondamentali per l’assetto del territorio» si legge nel documento “Un nuovo futuro per i parchi, la biodiversità e le politiche di sistema” presentato da Legambiente durante il convegno tenuto su questo tema poche settimane fa al Parco dell’Appia antica. 
Ma è la burocrazia ad aver indebolito la 394: i meccanismi di nomine dei presidenti e dei direttori sono stati farraginosi creando molte situazioni di stallo risolte dalla nomina dei commissari. Legge, insomma, che dopo vent’anni ha bisogno di un tagliando. Un lavoro nel quale è impegnata la Commissione ambiente al Senato che ha aperto una discussione sulla modifica della legge che suscita interesse e confronto nel mondo ambientalista. «Se non ci saranno traumi e la legislatura si concluderà nei suoi tempi naturali, possiamo portare in porto il disegno di legge», confida il senatore Antonio D’Alì, presidente della commissione Ambiente. 
Dunque c’è da costruire il futuro delle aree protette. E se i soldi per le spese fisse sono stati già assegnati per il 2012, con 61 milioni previsti dalla legge di bilancio, «per le aree marine protette è prevista la riduzione della metà dei fondi disponibili – lamenta Stefano Donati, direttore dell’amp delle Egadi – In questa maniera si dichiara la fine di una strategia nazionale per la tutela del mare». «Ridurre la spesa pubblica è un alibi – denuncia il senatore Roberto Della Seta – perché l’ultima legge di stabilità ha destinato 400 milioni in più all’autotrasporto, soldi con cui i parchi vivrebbero per sei o sette anni. La spesa peri cacciabombardieri manterrebbe in vita le aree protette per decenni». 
La scarsità di risorse per gli investimenti è una condizione alla quale i parchi sono abituati da anni. «Per gli investimenti non c’è nulla, non da oggi ma da quando è stato soppresso il programma triennale. Quindi sta alla capacità dei parchi trovare i finanziamenti – dice Nicola Cimini, direttore del Parco della Majella – Per i prossimi due o tre anni non avremo problemi perché partecipiamo a bandi europei e di privati, come le Fondazioni». 
Tra le forme di autofinanziamento si discute inoltre delle royalty: un modo per “monetizzare” beni e servizi come acqua, ossigeno e biodiversità che le risero ve naturali garantiscono. In vista di una nuova governance che possa restituire ai parchi il ruolo che gli spetta nell’economia di un paese che ospita un terzo delle specie animali e metà di quelle vegetali del Vecchio continente. 

(Pubblicato su Nuova Ecologia - dicembre 2011) 

 
I NUMERI

23 Parchi nazionali

1.391.746ha a terra e71.812 ha a mare

27 Aree marine protette
222.442,53 ha a mare
652 km di costa

147 Riserve naturali statali
122.775 ha a terra

134 Parchi regionali
1.294.655,87 ha a terra

3 Altre aree naturali protette nazionali
2.557.477 ha a mare
5,7 km di costa

365 Riserve naturali regionali
230.240,21 ha a terra
1.284 ha a mare

171 Altre aree naturali protette regionali
50.237,72 ha a terra
18,40 ha a mare

870 TOTALE AREE NATURALI PROTETTE
3.089.655,71 ha a terra
2.853.033 ha a mare
658,02 km di costa

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