di Antonio Nicoletti*
Nel dare un giudizio sui vent’anni della 394/91 è giusto sottolineare l’innovazione che ha apportato nella gestione delle aree protette. È stato uno strumento fondamentale per realizzare un sistema diffuso di aree per la tutela della biodiversità, condiviso, partecipato e federalista. Grazie alla legge si è passati dai 5 parchi del ‘91 ai 23 di oggi, dal 3 all’11% di territorio protetto. Nei suoi contenuti fondamentali è stata attuata, soprattutto rispetto ai principi e al regime giuridico delle aree protette, alla realizzazione del sistema nazionale e al modello autonomo dell’ente parco, alla co-presenza nel consiglio direttivo di rappresentanti della politica, degli interessi diffusi e della ricerca, nell’aver previsto incentivi a favore dei territori e aver attribuito all’ente parco poteri pianificatori sovraordinati.
Antonio Nicoletti, Legambiente |
Le aree protette devono incidere di più nelle scelte per mitigare i cambiamenti climatici: per questo deve aumentare la percentuale di territorio tutelato, come da accordi già presi in sede internazionale (entro il 2020 il 17% a terra, 10 mare e coste), investire per evitare il degrado del territorio e recuperare un ruolo nelle strategie euromediterranee di conservazione. L’anniversario, insomma, deve essere l’occasione per immaginare un nuovo futuro per i parchi, di cui abbiamo ancora bisogno.
* responsabile aree protette di Legambiente
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