6 dicembre 2011

La legge quadro sulle aree protette compie 20 anni. Tre domande a...

FRANCO FERRONI (WWF Italia)

Quali sono stati i pregi della 394?
In questi 20 anni l’Italia è stato il paese europeo che ha istituito il maggior numero di aree protette. È stato così arginato il consumo di suolo, e il divieto di caccia e alcuni progetti hanno messo in sicurezza specie a rischio come il lupo e il camoscio appenninico. Inoltre i parchi hanno offerto occupazione verde a giovani qualificati e promosso nuova economia.
Franco Ferroni, Wwf Italia

Quali i difetti?
Non sono mancati problemi legati alla burocrazia, ai tempi lunghi per l’approvazione di atti e strumenti di gestione, all’occupazione politica di ruoli e poltrone. Per mancanza di obiettivi dichiarati e relativi indicatori nella gestione resta piena d’incognite la sfida della qualità e dell’efficacia di gestione rispetto alla missione dei parchi, che resta la conservazione della biodiversità.

Che cosa cambiare della legge?
Poco o nulla dell’originaria impostazione (tra l’altro già modificata nel 1998 con la Legge n.426). In Parlamento c’è chi propone una riforma della 394 che il Wwf valuta non opportuna, pericolosa e fuorviante per i suoi contenuti rispetto ad altre priorità. Serve piuttosto dare un forte impulso alla gestione delle aree protette, “fare sistema” e cogliere le uniche opportunità che nell’immediato futuro saranno offerte dai fondi dell’Unione Europea.

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