6 settembre 2011

Arsenico alle porte di Milano

Intorno all’ex Saronio di Melegnano restano alte le concentrazioni dell’agente tossico

Lo storico Angelo Del Boca pubblica nel 2007 il libro I gas di Mussolini. Documenta così l’uso massiccio di gas bellici effettuato dall’esercito italiano in Eritrea e Somalia. Fra le numerose ditte produttrici citate da Del Boca figura la Saronio di Melegnano, a pochi passi da Milano. L’azienda fu aperta nel 1936 e fin da subito i suoi prodotti rifornivano l’esercito. Nel 1940 produceva già Fenilcloroarsina (Lewisite), difenilcloroarsina, cloroacetofenone, cloropicrina, difosgene, cloro liquido, acido formico. Nel 1943, per poco più di un anno, le produzioni belliche furono trasferite in un nuovo stabilimento nella frazione di Rozza, nel confinante comune di Cerro al Lambro. L’eredità lasciata dalle due ditte è pesante e fa sentire ancora oggi, a quarant’anni dalla loro chiusura, i suoi effetti. Una recente indagine dell’Asl Milano 2 ha dimostrato che la frequenza dei tumori alla vescica fra la popolazione di Melegnano è circa doppia rispetto a quella che si riscontra nei comuni vicini. La causa va ricercata nella massiccia presenza nella falda e in alcuni pozzi usati a scopo agricolo di amine aromatiche, materia prima per la produzione dei coloranti. Nella falda si trovano anche arsenico, derivato dalle produzioni di gas bellici, e in particolare la Lewisite. Questi dati sono disponibili solo per il terreno di Melegnano, nessuna analisi è stata compiuta su quelli di Cerro al Lambro, di proprietà dell’esercito e utilizzati a lungo come perimetro di esercitazioni militari.
(Edoardo Bai, responsabile scientifico Legambiente Lombardia)
Pubblicato su La Nuova Ecologia di settembre 2011

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